Economia circolare nell’abbigliamento: la moda va rallentata
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Economia circolare nell’abbigliamento: la moda va rallentata

Lunedì 25 Luglio 2022
Eleonora Truzzi

Nel Regno Unito un terzo delle giovani donne pensa che un capo di abbigliamento sia già vecchio dopo averlo indossato una o massimo due volte. È quello che sostiene il The Business of Fashion sul fenomeno della cosiddetta fast fashion. Questa tipologia di moda è pensata per produrre abbigliamento a basso costo, sempre di tendenza ma anche con una durata molto limitata nel tempo. Se Shein, il colosso tra gli e-commerce di fast fashion, stima che i suoi capi abbiano una durata massima di un anno, per i consumatori questo tempo si riduce considerevolmente. E che fine fanno tutti questi capi? Vengono spostati da un luogo all’altro della terra inquinandola.

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Dall’inizio del 2000, in solo un decennio e mezzo, la produzione di abiti è raddoppiata. Questo può essere un dato affascinante per chi ama la moda, ma lo è molto meno per l’ambiente. Il settore dell’abbigliamento è tra i più inquinanti. Non soltanto inquina durante la produzione, emettendo esorbitanti quantità di CO2, ma inquina anche durante lo smaltimento. Questi capi sono prodotti con materiali scadenti, troppo per poter essere rivenduti. Vengono quindi inviati in diverse parti del mondo in cui poi, nell’impossibilità di riutilizzarli, vengono accatastati in discariche abusive come quella nel deserto di Atacama in Cile, vengono inceneriti oppure si disperdono nelle acque sottoforma di microplastiche.

Secondo il Parlamento Europeo i brand di moda sono passati dal lanciare 2 collezioni all’anno a lanciarne addirittura 24. Ciò significa 24 volte più emissioni durante la produzione e problemi di smaltimento. Qual è allora la soluzione? Per riuscire a contrastare il problema è necessario modificare le proprie azioni per incentivare l’economia circolare.

Regalare una seconda vita a un capo

All’inizio abbiamo detto che un capo viene considerato vecchio dopo essere stato indossato al massimo un paio di volte e questo è il problema principale. In passato i vestiti erano prodotti con materie prime di qualità e durature, ciò gli consentiva di durare anche tutta la vita. Oggi, invece, i consumatori sembrano prediligere capi più economici, più alla moda, ma anche meno duraturi. È proprio da questo punto che è necessario partire: dobbiamo riscoprire una cura e un amore per i nostri capi per poi, una volta che hanno concluso il loro percorso con noi, regalargli una seconda vita rivendendoli. Quando decidi di rivendere un capo decidi anche di non renderlo prematuramente un rifiuto e, dall’altra parte, chi lo acquista può avere qualcosa di nuovo senza tutte le emissioni e lo sfruttamento di materie prime che comporta la creazione di un prodotto da zero.

Per poter rivendere i capi ci sono alcune best practice da seguire come averne cura anche quando si indossano e lavarli con prodotti non aggressivi per evitare che si deteriorino. In questo modo, soprattutto se sono capi creati con materiali di qualità, la loro vita può essere davvero molto lunga.



Mercatopoli per la vendita dell’abbigliamento usato

Noi di Mercatopoli vendiamo oggetti di seconda mano appartenenti a tantissime categorie merceologiche diverse, ma l’abbigliamento è certamente una delle più ampie. Anche tu puoi vendere abbigliamento usato portandoci capi ancora in buone condizioni che però non intendi più indossare. Valuteremo il loro stato e li esporremo affinché qualche altro amante del second hand possa trovare quel vestito che lo rende unico.


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